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Ven. Robina Courtin – La purificazione è un processo psicologico, mi prendo cura della mia mente

Non c’è karma che non possiamo cambiare. La nostra mente non è fatta di pietra. Come dice Lama Yeshe, siamo noi a creare la negatività con la nostra mente e quindi la purifichiamo creando positività con la nostra mente.

Se hai mangiato del veleno, dato che sai che cos’è il veleno e le sue conseguenze, il primo passo che devi fare è riconoscerlo e pensare subito: “Che cosa posso fare per rimediare?

Questo è l’atteggiamento da tenere nel processo di addestramento della nostra mente. Il punto è che stiamo cercando di ridurre le nevrosi e sviluppare la nostra bontà; come direbbero i neuroscienziati, stiamo cercando di sviluppare nuovi percorsi.

Ma il nostro problema è che siamo così dipendenti dal senso di colpa che, nel momento in cui riconosciamo – ad esempio – di aver litigato con nostra sorella, sprofondiamo nel senso di colpa: “Sono una persona cattiva”. Ma è inutile fare così! Non ha senso provare rabbia verso noi stessi.

Ven. Robina Courtin - La purificazione è un processo psicologico, mi prendo cura della mia mente

Ven. Geshe Tenzin Tenphel – I Quattro Incommensurabili – La Gioia empatica

Il 18 e il 19 Novembre 2023 siamo lieti di ospitare il ven. Geshe Tenzin Tenphel che esporrà un insegnamento sui Quattro Incommensurabili, amore, compassione, gioia empatica, equanimità. Nel particolare verrà insegnata la Gioia altruistica.

I Quattro Incommensurabili (Sansk.: Apramāna ; pali.: Appamanna ; tib .: Tshad med bzhi ) chiamati anche brahmavihāra ( Pali e Sanscrito ), le “dimore di Brahma ” sono quattro sentimenti o “qualità morali” che devono essere meditate e sviluppato ( bhāvanā ) nel buddismo . Vogliono essere amorevoli nella spiritualità. Si dice che siano incommensurabili o illimitati per la portata del loro oggetto e la loro efficacia.

Essi sono :

Maitrī (Sanscrito) o Metta ( Pali ), benevolenza , ” desidera che tutti gli esseri trovino la felicità e le cause della felicità” ;

Karuṇā (sa. E pa.), Compassione , “desidera che gli esseri siano liberati dalla sofferenza e dalle cause della sofferenza” ;

Muditā (sa. Et pa.), Gioia simpatica o altruistica , “desidera che gli esseri trovino la gioia liberi dalla sofferenza”;

Upekṣā (sa.) O

Upekkhā (pa.), Equanimità o distacco, “desidera che gli esseri rimangano uguali e in pace qualunque cosa possa accadere, buona o cattiva che sia, libera dalla parzialità, dall’attaccamento e dall’avversione” .

Parte 1

I Quattro Incommensurabili con il Ven. Geshe Tenzin Tenphel - La Gioia empatica

Parte 2

I Quattro Incommensurabili con il Ven. Geshe Tenzin Tenphel - La Gioia empatica

Ven. Ghesce Jampa Gelek: “I Tre Gioielli” e “I Quattro Sigilli”

Insegnante ven. Ghesce Jampa Gelek È un Ghesce Lharampa che oltre ad avere concluso con successo gli studi a Sera Ge, ha anche approfondito la sua preparazione nel tantra, è perciò qualificato anche nel dare iniziazioni e commentari. Ghesce residente dell’Istituto Lama Tzong Khapa. I Tre Gioielli Il Buddha (la guida), il Dharma (la realizzazione del vero modo di esistere dei fenomeni), e il Sangha (la comunità spirituale) se ci affidiamo ad essi possiamo avere protezione dalla sofferenza e dalle varie difficoltà della vita, tramite una comprensione migliore della realtà delle cose.alle ore 15:00 alle 18:00 I Quattro Sigilli del Buddhismo Tutti i fenomeni composti sono impermanenti; Tutti i fenomeni impuri sono dukkha – insoddisfacenti oppure nella natura della sofferenza; Tutti i fenomeni sono vuoti e privi di un sé; Il Nirvana è vera pace. Uno dei fattori principali che ci causa difficoltà nella nostra vita e perciò nell’esistenza ciclica è che noi stessi come pure tutto quello che ci circonda è impermanente. Qualunque cosa apprezziamo come fonte di felicità – il nostro corpo, possedimenti, amici e parenti, reputazione e stato sociale, onore e stima – tutto ciò sorge in funzione di cause e condizioni e, in quanto nella loro natura, cambiano. Se riflettiamo profondamente sulla loro natura, che le cose cambiano e nessuno può fermarlo, arriviamo alla comprensione che qualunque godimento, rapporto, successo e abilità che abbiamo nell’esistenza ciclica non durerà a lungo. Anche se ora disponiamo di queste cose, in quanto impermanenti per natura, non ci possiamo fare affidamento o averne fiducia. Non hanno l’abilità di procurarci una felicità duratura o portarci reale tranquillità. Questi fenomeni transitori dell’esistenza ciclica costituiscono gli oggetti in relazione ai quali sperimentiamo sofferenza. La nostra sofferenza tuttavia non è a cause degli oggetti e persone che incontriamo bensì radicata nell’ignoranza, la principale afflizione che causa l’esistenza ciclica. Copyright © 2020 Nalanda Edizioni.

Parte 1

Ven. Ghesce Jampa Gelek: “I Tre Gioielli” e “I Quattro Sigilli” - Parte 1

Parte 2

Ven. Ghesce Jampa Gelek: “I Tre Gioielli” e “I Quattro Sigilli” - Parte 2

Ven. Ghesce Tenzin Tenphel – I Quattro Incommensurabili – L’ Amorevole Gentilezza

Questo insegnamento, tenuto dal ven. Ghesche Tenzin Tenphel, tratta l’Amorevole Gentilezza nei riguardi de I Quattro Incommensurabili (Sansk.: Apramāna ; pali.: Appamanna ; tib .: Tshad med bzhi ) chiamati anche brahmavihāra ( Pali e Sanscrito ), le “dimore di Brahma ” sono quattro sentimenti o “qualità morali” che devono essere meditate e sviluppato ( bhāvanā ) nel buddismo . Vogliono essere amorevoli nella spiritualità. Si dice che siano incommensurabili o illimitati per la portata del loro oggetto e la loro efficacia.

Essi sono :

Maitrī (Sanscrito) o Metta ( Pali ), benevolenza , ” desidera che tutti gli esseri trovino la felicità e le cause della felicità” ;

Karuṇā (sa. E pa.), Compassione , “desidera che gli esseri siano liberati dalla sofferenza e dalle cause della sofferenza” ;

Muditā (sa. Et pa.), Gioia simpatica o altruistica , “desidera che gli esseri trovino la gioia liberi dalla sofferenza”;

Upekṣā (sa.) O

Upekkhā (pa.), Equanimità o distacco, “desidera che gli esseri rimangano uguali e in pace qualunque cosa possa accadere, buona o cattiva che sia, libera dalla parzialità, dall’attaccamento e dall’avversione” .

Parte 1

I Quattro Incommensurabili - L' Amorevole Gentilezza - Parte 1

Parte 2

I Quattro Incommensurabili - L' Amorevole Gentilezza - Parte 2

Ven. Ghesce Tenphel – Insegnamenti sul Bodhisattvachayavatara- Capitolo IX – La Saggezza

Questo insegnamento, tenuto dal ven. Ghesche Tenzin Tenphel, illustra il nono capitolo (La Saggezza) del bellissimo testo in versi di Shantideva, in cui descrive lo stile di vita del Bodhisattva. “Le verità illusorie o convenzionali sono definite così poiché sono realtà accertate da menti valide, le quali hanno apparenze dualistiche, che non comprendono il significato reale e le verità assolute hanno tale denominazione in quanto realizzate da un essere con saggezza suprema, o arya, la mente del quale non possiede apparenza dualistica, queste vengono considerate le due verità. …

Poi fra i vari yoghin appartenenti alle varie scuole di pensiero come il Piccolo veicolo, o il Grande veicolo dei Cittamatrin e quella dei Madhyamika, esistono differenze sulla comprensione della natura delle entità di conoscibili. Perciò coloro che dispongono di una conoscenza più elevata rigettano le teorie di quelli che al riguardo hanno una percezione inferiore.”

Anche la saggezza nel LoRig è tra i cinque fattori mentali “che determinano l’oggetto” ed è definita un conoscitore che discrimina per proprio potere l’oggetto. Senza la saggezza non avremmo modo di capire e di comprendere ciò che è positivo o negativo, ciò che è appropriato o non appropriato e tra ciò che esiste e non esiste. Ha la funzione di vincere il dubbio, perché quando si analizza l’oggetto con il ragionamento, si arriva al suo accertamento.

La saggezza, la sesta paramita, è paragonata a una persona che ci vede perfettamente, mentre le altre 5 (pazienza, moralità, generosità, sforzo entusiastico e meditazione) sono paragonate a persone cieche che possono essere guidate, in modo da non perdersi, solo dalla saggezza che invece vede.

Insegnamenti sul Bodhisattvachayavatara- Capitolo IX – La Saggezza

Ven. Ghesce Jampa Gelek – Insegnamenti sul Bodhisattvachayavatara- Capitolo VIII – La Concentrazione

Questo insegnamento, tenuto dal ven. Ghesce Jampa Gelek, illustra l’ottavo capitolo (La Concentrazione) del bellissimo testo in versi di Shantideva.

“Dopo aver sviluppato la perseveranza entusiastica, dovrei rendere stabile la mente nella concentrazione meditativa poiché le persone che hanno una mente distratta diventano preda delle zanne dei difetti mentali

Avendo compreso che la visione speciale unita al calmo dimorare Distruggono totalmente le concezioni disturbanti, per prima cosa devo ricercare il calmo dimorare che si ottiene con gioia, mediante il distacco dalla vita mondana.”

La concentrazione nel Lo Rig è classificata tra i fattori mentali “che determinano l’oggetto” ed è indispensabile nel Sentiero: la saggezza senza la concentrazione è come la fiamma di una candela al vento, benchè sia luminosa e possa rischiarare, a causa del suo movimento continuo non riesce ad illuminare bene ciò che deve illuminare..

Insegnamenti sul Bodhisattvachayavatara- Capitolo VIII – La Concentrazione

Ven. Ghesce Tenphel – Insegnamenti sul Bodhisattvachayavatara-Capitolo VI – La Pazienza

Questo insegnamento, tenuto dal ven. Ghesche Tenzin Tenphel, illustra il sesto capitolo (La Pazienza) del bellissimo testo in versi di Shantideva, in cui descrive lo stile di vita del Bodhisattva. Questo argomento fa parte del veicolo universale.

Perché la pratica sia efficace deve riguardare l’interezza della vita. Spesso ci sono divari tra la parte sacra e quella profana della vita: si possono fare tantissime puje, prostrazioni, preghiere ma se la mente non è attenta istante dopo istante alle azioni quotidiane i meriti accumulati dalla pratica spirituale svaniscono rapidamente.

“Niente esiste qui che non sia accessibile con una costante familiarità. Perciò abituandomi a tollerare le più lievi difficoltà io mi eserciterò per sopportare le più grandi avversità.

Soldati valorosi sono quelli che, incuranti del loro dolore, distruggono i loro veri nemici come l’ odio e le altre negatività. I guerrieri ordinari uccidono solamente cadaveri.

Pure la sofferenza ha la sua utilità: a causa del dolore vengono eliminati orgoglio e arroganza, si prova compassione per coloro chi si aggirano nel ciclo delle rinascite, si evita di fare del male e si ha gioia nel praticare le virtù.”

Queste sono solo tre delle bellissime 134 stanze di questo importantissimo capitolo. La pazienza è l’antidoto diretto alla rabbia che è uno dei tre veleni ma è anche l’antidoto a tanti altri fattori mentali non virtuosi che originano dalla rabbia. Allenarsi alla pazienza è quindi il modo di percorrere il sentiero affinchè ogni sforzo non sia vanificato e possa, al contrario, potenziare ogni azione virtuosa della nostra pratica…

Insegnamenti sul Bodhisattvachayavatara- Capitolo VI – La Pazienza

Ven. Ghesce Jampa Gelek: I 12 anelli del sorgere dipendente

I 12 anelli descrivono il meccanismo della rinascita della mente. La nostra esistenza di esseri senzienti è composta da una successione di cause ed effetti concatenate. Il processo è descritto come una catena non lineare che descrive il condizionamento delle azioni passate, della condizione presente e della condizione futura. Il Buddha prese in esame questi anelli insegnando il Sutra delle pianticelle di riso.

Parte 1

Ghesce Jampa Gelek - I 12 anelli del sorgere dipendente - Parte 1

Parte 2

Ghesce Jampa Gelek - I 12 anelli del sorgere dipendente - Parte 2

Parte 3

Ghesce Jampa Gelek - I 12 anelli del sorgere dipendente - Parte 3

Ven. Ghesce Konchog Kyab – Dalai Lama “La strada che porta al vero”

Siamo lieti di invitarvi a una serie di incontri con Ghesce Konchog Kyab. In questi incontri si mediterà e si commenterà il libro del Dalai Lama “La strada che porta al vero”, incontri aperti a tutti: rivolto a chi desidera muovere i primi passi apprendendo le basi della filosofia buddhista, e a chi desidera approfondire, con la meditazione, i punti essenziali del sentiero che conduce all’illuminazione.

Parte 1

Dalai Lama "La strada che porta al vero" - Parte 1

Parte 2

Dalai Lama "La strada che porta al vero" - Parte 2

Ven. Ghesce Jampa Gelek – La ghirlanda di gioielli per i Bodhisattva – di Atisha Dipamkara

Il Testo è stato composto dal grande pandita indiano Dipamkara Shrijnana, conosciuto come Atisha (982-1054). E’ un testo di Lojong (Mind Training). Sono insegnamenti pragmatici utili per favorire la trasformazione delle circostanze avverse in opportunità per l’evoluzione della nostra mente. Ci ispirano a coltivare la compassione, l’amore, la pazienza e la perseveranza per abbandonare l’attitudine egoistica e le emozioni afflittive.

Ghesce Jampa Gelek – La ghirlanda di gioielli per i Bodhisattva – di Atisha Dipamkara

Parte 1

Parte 2

Parte 3

Parte 4

Parte 5